Sospesa da scuola per un post su Facebook. L’esperto: «Inutile atto repressivo» - VanityFair.it

Gestire la comunicazione al tempo dei Socials può trasformarsi in un lavoro da incubo se non si impara a farlo nei modo corretto. E anche la scelta della sospensione della ragazza ha un che di repressivo e surreale, nel III millennio; invece di condannare cerchiamo di confrontarci, aprendoci al dialogo, soprattutto se la scena si svolge in un liceo.
"La preside, a Il Mattino, ha detto di avere «il dovere giuridico di difendere l’istituto da ogni possibile danno di immagine». Che cosa ne pensa?
«Non so quale sia il dovere giuridico di un preside, ma quando una persona giustifica un atto facendo riferimento alla legge piuttosto che alle sue idee personali, sento puzza di bruciato. Per quanto riguarda la difesa del buon nome, da psicologo clinico mi chiedo: quante volte un comportamento inadeguato si amplifica perché gli si dà troppa importanza? Proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se la preside non avesse cancellato il post né sospeso la ragazza, ma l’avesse chiamata in presidenza e avesse aperto una discussione sul valore della critica. Si sarebbe parlato di quell’episodio per un paio di pomeriggi, e basta. Mi domando allora chi ha fatto il vero danno di immagine, chi ha trasformato un episodio da preziosa occasione pedagogica in un atto repressivo che ha fatto arrabbiare tutti»."
#napoli #portici #scuola #sospensione #liceofiacco #premio #tallin #direilvero
vanityfair.it/news/approfondi…perto-fabio-celi

www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2017/1...